martedì 29 dicembre 2009

nebbia nebbia abbiamo solo nebbia


gli infissi sopravvivono

Oggi camminavo a pochi metri da quella che è stata la casa di mia nonna. La famiglia che l'ha comprata, i vicini di casa, quelli che sono stati sempre dietro alla Orsola, i nipoti ideali, quelli la cui figlia minore aveva un nome diverso dal mio ma mia nonna si confondeva a volte, ma a me non importava.
La famiglia il cui figlio maggiore ha detto da subito "la casa la compro io" ma poi ha avuto problemi economici con lo studio odontoiatrico in cui è impiegato o era impiegato. Il cristian alla fine i soldi li ha trovati. E con quella casa è stata pagata la mia università. E l'hanno ristrutturata, ma gli infissi delle finestre sono rimasti gli stessi, poveri freddi e spigolosi da ufficio pubblico dei primi anni ottanta. Ci sono rimasta secca nel rendermi contro che gli infissi sopravvivono a lungo.

domenica 15 novembre 2009

domenica d'agosto

Eccola lì la lacrimuccia che ancora doveva scendere.
Dove le troviamo le risposte? Io mi sento se posso ancora più in bilico di te, ancora più compromessa da uno dei due lati ma comunque una parte di me, una fortissima parte di me capisce sul serio quello che dici. Bastare a sè stessi da un lato, necessitare dell'approvazione anche istituzionale. Sono i discorsi che ci siamo fatte in questi giorni, sono i discorsi che ci siamo fatte da sempre: mi ricordo io tu il Cesco in cucina e io quasi a sentire il dovere di scusarmi perchè vi stavo invitando a venire a vedere quella cosa che facevo in quella specie di teatro. Ti ricordi? Io mio tentativo di stare dentro alle cose, il tuo rivendicare una posizione esterna e non dobbiamo tutti essere artisti. I nostri dubbi sempre quelli e le canzoni pure, le stesse.

(http://collezione-di-tempo-perduto.blogspot.com/2009/11/running-to-stand-still.html)

domenica 8 novembre 2009

circolo grimau

La sera del 13 dicembre 1964 Pasolini è a Brescia. Lo ha invitato un circolo cittadino, il Grimau, a parlare di marxismo e cristianesimo
La stessa sera mia madre tre strade più in là ha 12 anni e mezzo e gioca con i regali di Santa Lucia. Lo stesso mio padre, in un paese della provincia. Lui di anni ne ha tredici e fa e l'anno prossimo andrà alle magistrali. Si incontreranno dieci anni dopo, ma senza saperlo, il giorno dei funerali di piazza loggia. Lei guarda dall'altro la gente che sfila in corso garibaldi, lui arriva in treno.

mercoledì 4 novembre 2009

riportando tutto a casa

Il rettore è amico di vecchia data di una mia amica delle medie.
Lei l'ho rintracciata su FB l'altroieri. La sua famiglia è tra le prime ad avere avviato un circolo di forzaitalia nel mio paese.
Dopo non siamo andate più tanto d'accordo. Il velo d'imbarazzo che iniziava a dividerci poi è diventato un solco alle scuole superiori. Però quando io ero un paria lei c'era. Eravamo due paria, nella brevissima stagione in cui stai per andare al liceo ma non sei più alle medie.
Io leggevo Tondelli, lei non mi ricordo.
E mi arriva questa mail in cui lei parla del Rettore chiamandolo col nome proprio. E allora io me lo immagino il rettore,sua moglie, nell'aria da nausea lombarda della domenica pomeriggio, l'autoblu che sfila davanti a casa mia (io e l'amica abitiamo nella stessa via, periferia di un paese alla periferia della provincia di una provincia ripiena di centri commerciali) e si arresta davanti alla villetta, modesta vicino al cimitero.
Il salotto reso lustro e compiuto dalla sua figura. Le pacche sulle spalle e i ricordi di coinquilinaggi all'università. Si, perchè proprio di quello si sostanzia il loro rapporto.
Il salotto per nulla pretenzioso, la camera color pesca dall'a., i gatti,il seminterrato, patria del fratello maggiore dove per la prima volta ho provato l'ebrezza del www, percorsi quasi segnati dalla una striscia luminosa di un uomo potente.
Lo stesso di cui ho interrotto una lezione, c'era da fare l'incontro con Cremagnani e Deaglio in aula III per presentare Uccidete la democrazia, c'erano cento persone a premere per la proiezione del film. Era dicembre 2006.

domenica 25 ottobre 2009

fuffa transmediale

Andare ai concerti in anticipo. Aspettare all'umido l'apertura del locale. Associazioni semantiche buffe,prose frante come le foto coi dettagli dei corpi modificati in photoshop. Labbra. Punteggiatura scarna. Assenza di lettere maiuscole. Divertissement autunnali autoconsapevoli. Assenza di riferimenti al chi, al dove e al quando.
Micachu è una ventiduenne inglese bassina che assomiglia a Rita Pavone in Gianburrasca. Oppure i primi urlatori anni '50 oppure il bambino ribelle del film nouvelle vague di cui sicuramente tu sai il titolo (ricorda e prendi nota: rivolgerti al tu indefinito suona bene). La settimana scorsa al concerto entravo gratis, questa volta ho dovuto pagare. Chi ha insistito per presentarsi con anticipo ha stimato male il grado di hipness del live in questione. Hanno alzato il livello tre giovanotte in fuseaux,giubbino di pelle e canotta che già alle 22.13 mimavano amplessi col calorifero. Qualcuno è arrivato a salvarci per caso.
Michachu è una ventiduenne bassina che definirei autenticamente cazzona. Mentre suona tu ridi, lei ride. Suona l'ukulele e un'elettrica. E ci prende tutti per il culo. Noi per la maggior parte suoi potenziali fratelli maggiori. L'esibizione dura poco più che la coda al mercato delle erbe e sembra nessuno resti dentro a ballare. Fare in tempo a prendere l'ultimo venti.

lunedì 19 ottobre 2009

festa di laurea di michele

piccole e inutili ossessioni suona quasi come piccoli fragilissimi film.

sabato 17 ottobre 2009

tassonomie


Per come la vedo io ci sono dei "gruppi maldipancia" e dei "gruppi tristessa". Riesco ad ascoltare gruppi malidpancia (massimo volume, le luci della centrale elettrica) per un qualcosa di vicino all'istanza catartica (ma che cazz?), invece i gruppi tristessa (la crus ma anche perturbazione) non li riesco proprio ad ascoltare. Amor fou (che han fatto un concerto della madonna,prima non li avevo quasi ascoltati) stanno vicino a Benvegnù,in bilico perfetto tra i gruppi maldipancia e i gruppi tristessa.Per questo mi piaccono

sabato 10 ottobre 2009

Biciclette

Io che dal 2004 dormo nello stesso letto da fuorisede.
Cinque quasi sei anni sono tanti,cinque quasi sei anni in cui fai tutte le tue cose, ma stando sempre nello stesso posto e intanto guardi gli altri,quelli che non mettono radici, che provano a vivere diversamente in francia in portogallo, in svizzera in inghilterra, a barcellona. E li invidi anche se sai di non essere di quella stessa pasta, che se ti dicessero "vai!",allora andresti, ma quanto al sceglierlo da sola,beh quello lo eviti spontaneamente. E ti chiedi se ha avuto senso,se è stata la scelta giusta quella di attaccarsi tenacemente a Bologna. Hai voluto la bicicletta,pedala!Osti,se sto pedalando senza mollare un colpo. Ma a volte che fatica,che noia Bologna con il suo medioevale posticcio,col finto gotico dei primi del '900 con gli studenti salentini fuorisede che si portano lu mare e lu ventu e credono che basti un giro di pizzica. Bologna quando ci torni in agosto è sudata,sciupata e stanca. Avrebbe bisogno di calma e di pausa,ma non se ne accorge,non si guarda allo specchio continua a macinare il suo mito.
Intanto continuo a rispondere a decine di mail di aspiranti studenti che chiedono se dopo troveranno lavoro,se potranno diventare registi, attrici veline.E io che la butto sulla preparazione teorica e critica e storica e filosofica che questa scuola fornisce, per glissare sui dati d'impiego a 5 anni dalla laurea che prevedono piccole percentuali di soddisfazione. E mi dico che io sei anni fa avrei fatto le stesse domande,anzi no ne avrei fatte di peggiori. O meglio non ne ho fatte affatto.

martedì 9 giugno 2009

gli adesivi dai bagni

La notte del ballottaggio Vera ed io eravamo rimaste in piazza fino a notte fondissima, per seguire tutti gli aggiornamenti sul tabellone luminoso.
Era la prima metà degli anni zero.
Quella stessa notte ci eravamo imbattute in due persone. L'uomo aveva con se un libro di poesie di pavese, dell'einaudi, la donna, nella memoria, ha le tette grosse ed un vestito color ciclamino.
Avevano chiesto a Vera di leggerci una poesia e lei l'aveva fatto. La donna sembrava commossa.
Non li ho più rivisti,cosa insolita in questa città.
Iniziava allora un tempo presente.
Sergio Staino sosteneva Cofferati.Tutti quanti amavamo Cofferati,pronti a seguirlo nella nuova e bella direzione in cui avrebbe instradato la ciudad.
Venne l'estate piena e vennero gli scarafaggi. Arrivò una nuova casa, poco lontano dalla prima.
Cofferati costrinse chi l'aveva sostenuto nascondere le magliette con il suo facciotto e a staccare gli adesivi dai bagni.

Io sono rimasta sempre a bologna, da allora. Non siamo in tanti ad essere rimasti per tutto il tempo.
Quest'anno ho un sacco di amici più piccoli.
Altrove, qualcuno nato il mio stesso anno, cresce, qualcuna si è sposata e lavora,altre hanno fatto dei figli.

mercoledì 11 febbraio 2009

rimini


















a 19 anni se hai voglia di scopare va bene tutto, anche rimini d'inverno.
d'estate non ci andresti mai, d'inverno è un posto tra i meno cari dove rimediare una stanza d'albergo prima colazione inclusa.
rimini non è troppo distante da nessun luogo.

la prima cosa che abbiamo scoperto è che a rimini d'inverno tira un forte vento.
l'adriatico è marrone e fa sentire il suo odore.
mi avevano raccontato che a rimini l'odore dell'adriatico non si sente, d'estate è coperto dal cloro delle piscine e dall'aroma delle creme solari al cocco.

la stanza che ci danno è poco più grande della doppia che hai preso in affitto a xxxxxxxxx

mi hai chiesto di portarti a vedere le piscine vuote e gli scivoli secchi dell'acquafan.
Incontriamo solo rovine in attesa del rimessaggio. Il delfinario è chiuso, i delfini abitano iclimi più miti. La condensa tra i due strati dei doppi vetri.
la spiaggia da chioggia al basso adriatico non finisce, si fa palude e sterpaglia.radi gabbiani.un cane.anziani e le loro corsette stentate nelle scarpe da jogging dei nipoti.una figura avanza spedita su pattini in linea fuori stagione.

d'inverno anche la piada fa schifo.

dove mi hai portato?mi chiedi, insistente perchè hai voluto venire qui?cosa volevi dirmi in mezzo a questo niente?

rinuncio a spiegarti che sei stata tu,entusiasta ad accettare, faremo gli archeologi dell'estate duemilaetre, mi hai detto.rinuncio a spiegarti ed aspetto. aspetto,credo di non avere nient'altro da fare