mercoledì 4 novembre 2009

riportando tutto a casa

Il rettore è amico di vecchia data di una mia amica delle medie.
Lei l'ho rintracciata su FB l'altroieri. La sua famiglia è tra le prime ad avere avviato un circolo di forzaitalia nel mio paese.
Dopo non siamo andate più tanto d'accordo. Il velo d'imbarazzo che iniziava a dividerci poi è diventato un solco alle scuole superiori. Però quando io ero un paria lei c'era. Eravamo due paria, nella brevissima stagione in cui stai per andare al liceo ma non sei più alle medie.
Io leggevo Tondelli, lei non mi ricordo.
E mi arriva questa mail in cui lei parla del Rettore chiamandolo col nome proprio. E allora io me lo immagino il rettore,sua moglie, nell'aria da nausea lombarda della domenica pomeriggio, l'autoblu che sfila davanti a casa mia (io e l'amica abitiamo nella stessa via, periferia di un paese alla periferia della provincia di una provincia ripiena di centri commerciali) e si arresta davanti alla villetta, modesta vicino al cimitero.
Il salotto reso lustro e compiuto dalla sua figura. Le pacche sulle spalle e i ricordi di coinquilinaggi all'università. Si, perchè proprio di quello si sostanzia il loro rapporto.
Il salotto per nulla pretenzioso, la camera color pesca dall'a., i gatti,il seminterrato, patria del fratello maggiore dove per la prima volta ho provato l'ebrezza del www, percorsi quasi segnati dalla una striscia luminosa di un uomo potente.
Lo stesso di cui ho interrotto una lezione, c'era da fare l'incontro con Cremagnani e Deaglio in aula III per presentare Uccidete la democrazia, c'erano cento persone a premere per la proiezione del film. Era dicembre 2006.

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